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Esistono diverse tipologie di diffusori acustici per
caratteristiche differenti e per tipo di costruzione
Considerando un buon impianto Hi-Fi, esso dovrebbe essere in grado di riprodurre (con più o meno linearità) quasi tutto lo spettro sonoro udibile dall’uomo, ossia i classici 20Hz-20kHz e per fare ciò in modo ottimale di solito si utilizzano più diffusori specifici per porzioni ristrette della suddetta gamma sonora, impianti a più “vie”; l’esempio più classico sono gli impianti composti da “casse” specifiche per la riproduzione delle frequenze più basse (i cosiddetti subwoofer – di solito uno solo per usi domestici), e 2 o più diffusori frontali con caratteristiche necessarie per riprodurre al meglio la restante gamma di frequenze medie e alte.
Considerando un buon impianto Hi-Fi, esso dovrebbe essere in grado di riprodurre (con più o meno linearità) quasi tutto lo spettro sonoro udibile dall’uomo, ossia i classici 20Hz-20kHz e per fare ciò in modo ottimale di solito si utilizzano più diffusori specifici per porzioni ristrette della suddetta gamma sonora, impianti a più “vie”; l’esempio più classico sono gli impianti composti da “casse” specifiche per la riproduzione delle frequenze più basse (i cosiddetti subwoofer – di solito uno solo per usi domestici), e 2 o più diffusori frontali con caratteristiche necessarie per riprodurre al meglio la restante gamma di frequenze medie e alte.
Esistono tipologie ancora più specifiche, con subwoofers per le
bassissime frequenze, poi la gamma media divisa a sua volta in due o più “vie”
con diffusori dedicati a ciascuna “via” e le restanti alte frequenze con altri
diffusori anch’essi specializzati con i tweeter adatti.
Per un impianto hi-fi solo stereofonico classico sono necessari
solo i diffusori frontale destro e
frontale sinistro , oltre il subwoofer; tuttavia gli standard cinematografici
del suono posizionale (cosiddetto surround) hanno imposto l’uso di ulteriori
diffusori, centrale, posteriore sinistro
e posteriore destro disposti in un ideale cerchio attorno all’uditore, proprio
per dare la sensazione di essere avvolti dal suono della scena che si sta
vedendo, ed essere in qualche modo più coinvolti.
L’esempio sopra citato è il famoso 5.1 con i vari standard Dolby
Digital, Dolby Pro Logic, DTS ecc ecc, ormai già superato da altri standard
multidiffusore 7.1 – 9.1 e via dicendo.
Il primo numero in genere indica il numero dei vari diffusori
escludendo il subwoofer che è indicato nel secondo numero.
Negli impianti domestici, dove non ci sono grosse aree da
sonorizzare nella maggioranza dei casi si usa un solo subwoofer, anche per una
ragione legata alla natura fisica stessa delle basse frequenze, con l’aumentare
della lunghezza d’onda esse tendono ad essere omnidirezionali e quindi non si
avverte più la direzionalità del suono, che in questo caso si trasmette
maggiormente per vibrazione del terreno.
Quando dobbiamo scegliere i nostri diffusori, buona regola è
quella di scegliere delle casse in legno, proprio perché questo materiale è
quello che si comporta nel migliore dei modi con le onde sonore, ed è l’ideale
per creare delle “casse armoniche” che fanno risuonare al meglio le varie
frequenze.
Il prezzo
varia moltissimo, possiamo partire da poche centinaia di euro e
possiamo tranquillamente superare molte migliaia di euro, influenzato da una
miriade di parametri a partire dal tipo di legno, al progetto stesso e allo
studio che ne è stato fatto per arrivare
alla componentistica (woofer, tweeter, elettronica); potete quindi ben capire come le differenze
siano enormi e tutto varia in base al budget ad alla tua voglia di ottenere
prestazioni migliori.
Una regola fondamentale e che i diffusori vanno scelti guardando
alla totalità dell'impianto,
non basta avere diffusori eccelsi per avere un audio da favola, se mi passate
questo termine, nella “catena dell’
audio”, bene o male tutto si adegua a quello
che è l’anello più debole, il componente più scarso. Per essere più chiaro se
ho un riproduttore (cd-dvd), un’amplificatore e dei diffusori di alta qualità e
poi magari ho dei cavi di bassa qualità, il suono ne risulterà inficiato; per
questo motivo è sempre bene considerare un buon livello di tutti i componenti
di un impianto hi-fi , compresa la cavetteria, molto importante, essere equilibrati e fare una
spesa in maniera da non differire troppo tra i vari apparecchi è fondamentale.
Altro punto molto importante, è quello dello spazio a disposizione, quello
che occorre chiedersi è:
Quanto spazio ho da dedicare alle
mie casse?
L’impianto hi-fi che devo comprare che area deve coprire?
Non ha senso sovradimensionare l’amplificatore (per i watt) e le
casse (per le dimensioni) se l’area da sonorizzare è piccola, non è valida la
regola che le casse più sono grandi e migliori sono.
Parametri come la sensibilità e l’efficienza sonora, ossia la
capacità di tradurre in vibrazioni sonore un impulso elettrico, sono più
importanti della grandezza; abbiamo diffusori di alto livello con sensibilità e
efficienza superiori di altri diffusori con grandezze maggiori, quindi
ovviamente con casse più piccole, ma con più efficienza e sensibilità, avrò
risultati migliori.
Vi sono altri parametri da tenere in considerazione oltre
efficienza e sensibilità, come l’impedenza, risposta in frequenza, THD,
diagramma polare e non ultimo materiali e componenti.
Sensibilità
ed efficienza - Sound Pressure Level
Sempre per non appesantirvi J la pressione acustica, espressa
in deciBel (dB Spl), di solito si
misura facendo riprodurre ad una cassa, del rumore rosa o bianco con la potenza
di 1 watt e misurando, con un apposito strumento di misura, la pressione sonora
in dB alla distanza di un metro dal centro sonoro del diffusore, per cui se
leggiamo SPL: 93 dB 1W/1m sicuramente capiremo che la cassa è più
efficiente di una SPL: 90 dB 1W/1m
Comprare diffusori ad alta fedeltà richiede una spesa non da
poco, quindi quello che occorre fare è quello di trovare un buon compromesso
tra qualità, efficienza e prezzo. Sappiate comunque che in media una buona
cassa ha un efficienza tra gli 87 ed i
90 dB.
THD
Un altro parametro importante
che ho menzionato prima, soprattutto per gli audiofili, è la THD, ovvero total harmonic
distortion.
Ogni componente elettronico, da cui passa il segnale acustico,
introduce, volenti o nolenti, una distorsione, ovvero altera leggermente il
segnale le lo attraversa facendo si che non sia esattamente identico ciò che
vi entra con ciò vi esce.
La distorsione che è introdotta è inevitabile, anche se si usa
componentistica costosa, l’importante è che sia entro certi limiti.
Il limite per gli impianti hi-fi è l’1%.
Per concludere, il diffusore
è uno degli elementi
principali del nostro impianto hi-fi, la sua scelta deve essere presa con cura.
Informati bene sul prodotto che vuoi acquistare, leggi
recensioni e caratteristiche tecniche dei datasheet e confrontali con altri diffusori, vedrai che
così facendo riuscirai a scegliere il diffusore più adatto a te.
Antonino Neri in collaborazione con Daniela Di Pietro per www.hifiprestige.it